venerdì 31 maggio 2024

1974-1977 esplode il Movimento delle donne Memorie di una femminista non pentita VIII

È dura  arginare le emozioni che piombano addosso quando ci si abbandona agli ambagi della memoria 

Consapevole da tempo dei tranelli tesi dai ricordi inventati più invecchio e meno mi sento sicura di loro, così abbandono ogni cautela e strumento di controllo in dotazione alle/gli appassionate/i di Storia  per lasciarmi andare alla mia ricostruzione personale degli eventi di quei quattro anni  fecondi di pratiche e pensiero.

Nel 1974 nasce a Milano il gruppo Lombardo di Lotta Femminista, che si differenzia dalla maggior parte dei gruppi analoghi operanti in molte città d'Italia per la pratica dell'Autocoscienza.

La storia dei gruppi Lotta Femminista e Salario al Lavoro Domestico  è poco conosciuta, fino a tempi recenti, per i fraintendimenti ai quali ha dato vita la parola d'ordine del Salario al lavoro domestico, strumentalmente accostata allora alla "pensione alle casalinghe" portata avanti da forze politiche istituzionali, depotenziandone il valore di lotta contro la gerarchizzazione patriarcale del dualismo  produzione e riproduzione.

Gran parte del Movimento di allora accettò senza approfondirle le critiche, e marginalizzò e cancellò nel dibattito politico e nelle immediate ricostruzioni di memorie nodi politici del pensiero e della pratica femminista, relativi al doppio sfruttamento, in casa e al lavoro, alla violenza domestica, alla salute, alla maternità, alla sessualità, all'amore, alla prostituzione...

Così è stato possibile che una tale ricchezza di analisi e di proposte politiche di un Movimento di dimensione nazionale, radicato in venti città italiane, collegato con realtà impegnate in lotte dello stesso tenore in Inghilterra, USA eCanada (Lotta Femminista faceva parte di una rete collegata alla International Wages for Housework Campaign), abbia avuto così poca risonanza mediatica e sia stata quasi ignorata dal resto del Movimento di allora in Italia, così da determinare una deplorevole separazione tra due filoni di pensiero e pratiche che avrebbero dovuto procedere strettamente connesse; una separazione che ha nuociuto non poco al contrasto di processi messi in atto dalle istituzioni politiche e sociali del paese, contro i quali ci troviamo oggi a combattere.

A Milano in particolare, il prevalere delle  pratiche di autocoscienza, con la torsione verso l'analisi dell'inconscio, ha comportato il discredito di Lotta femminista, volta a tenere insieme la dimensione della modificazione di sé con quella dell'intervento nel sociale. 

Il femminismo che praticava l'autocoscienza e l'analisi dell'inconscio considerava prioritaria per una reale modificazione dello stato delle cose la ricerca della complicità delle donne con l’ordine del discorso vigente, interiorizzato attraverso l'educazione di genere.

 D'altra parte le analisi e le pratiche dei gruppi di Lotta Femminista mancavano dello sguardo dentro le soggettività, in merito alle fantasie, alle paure, ai desideri, alle aspettative delle donne derivanti dalla interiorizzazione dell'ordine patriarcale.

Il linguaggio usato nei documenti, poi,  risentiva molto di quello delle lotte operaie in atto in quegli anni, mentre nel Movimento era diffusa la diffidenza nei confronti degli strumenti analitici marxiani impiegati nelle analisi, per timore di un assorbimento e conseguente neutralizzazione dei contenuti di lotta femministi nella più generale lotta di classe.

 Sta di fatto che la mancanza di lavoro comune tra i due filoni del Movimento italiano non è stato un elemento positivo per il Femminismo.

Ho accennato al fatto che al Convegno del Giugno 1971 erano presenti anche donne di Torino, oltre a Bologna, Padova, Ferrara, Pisa, Trento e Firenze, appartenevano a un Gruppo che si chiamava CR, un'organizzazione che traduceva e diffondeva materiali del Terzo Mondo, le donne di questo gruppo avevano cominciato a riunirsi separatamente, dando vita al Collettivo delle Compagne, da cui  avranno origine i gruppi del femminismo torinese, una parte di questi manterrà stretto contatto con i collettivi di Milano.

 Da Torino venne la traduzione del libro Noi e il ostro corpo, testo che risulterà fondamentale per tutte le donne che si sarebbero occupate del tema della sanità, della medicalizzazione delle fasi fisiologiche del corpo femminile, del rapporto medico-paziente, della contraccezione, della maternità cosciente.....

A Milano molte donne di Lotta Femminista scelsero di coniugare le lotte politiche con l'autocoscienza, si formarono quindi piccoli gruppi tra i quali alcuni più attivi degli altri nel sociale.

 La scelta della pratica politica  determinò un allontanamento  dai gruppi di Lotta Femminista  delle altre città, che non praticarono l'autocoscienza, ad eccezione di Ferrara e Modena.

I gruppi  di Lotta Femminista milanese più attivi furono il Gruppo femminista per una medicina delle donne,  il Centro per la Medicina delle Donne,  il Gruppo femminista milanese per il salario al lavoro domestico, che realizzò  l'audiovideo Siamo donne, siamo tante, siamo stufe e il  Gruppo per l'espressione della donna che pubblicò il libro di autocoscienza disegnata Perché non i fiori.





giovedì 2 maggio 2024

Il mio primo femminismo. Memorie di una femminista non pentita, vii

I primi anni del femminismo (1970-1973) mi avevano visto animatrice di gruppi di analisi e confronto sui temi dell'oppressione delle donne, della loro marginalità rispetto ai luoghi di potere, del carico del doppio lavoro, delle difficoltà dell'autodeterninazione rispetto al proprio corpo, della salute, degli ostacoli e dei vincoli esterni opposti alle donne nei loro tentativi di conquistare indipendenza economica e autonomia di pensiero e azione