Erano anni che volevo andare a Lisbona, dicevo per scherzo: prima del prossimo incendio o del prossimo terremoto.
Ho amato moltissimo "Lo stato delle cose" e "Lisbon Story", di Wenders, e le immagini iniziali di "Filme Falado", mi attirava la dimensione di fine del mio occidente, una porta sull'abisso del "gran fiume Oceàno".
Una dimensione letteraria e quindi onirica e visionaria.
Le azulejos mi trasportano nel mio ambiente favorito, fiabesco.
Ho cominciato a prepararmi due giorni prima con Tabucchi e Saramago, per entrare nell'atmosfera.
Parto domani.
Ho un trasalimento prima di ogni partenza, anche se per pochi giorni, è come dire addio alla vita finora vissuta per l'irruzione di un fatto nuovo, per l' apertura di un varco verso una nuova esperienza, incancellabile, da portarsi dentro. Al ritorno la vita non sarà più quella di prima, perché sarà stata segnata dal viaggio.
E' la stessa congerie di sensazioni che provo alla lettura di un romanzo, quelli importanti, quelli che ti restano dentro, con frasi, immagini, quelli che inizi con eccitazione e finisci con rammarico, perché li avresti voluti interminabili, compagni di viaggio appunto.
Mi tengo altro il leggero senso di disorientamento e di panico che mi assale prima della partenza, prima del "salto verso l'ignoto", che poi tanto ignoto non è vista, vista l'accurata preparazione.
Scorze di Adriana Perrotta Rabissi, un libro composto da miei brevi racconti e mie letture critiche di scrittrici amate. Alcuni romanzi mi hanno interpellato emotivamente e affettivamente, mi sono impossessata di temi, sentimenti, emozioni espressi dalle autrici, le ho filtrate attraverso la mia esperienza di vita e pensiero, e le ho restituite ai racconti
lunedì 20 maggio 2013
mercoledì 1 maggio 2013
Racconto 4
Amnesie
Si risveglia con un piacevole senso di riposo. Nessuno dei fastidiosi dolori che l'hanno afflitta da giorni, solo un leggero reumatismo a un ginocchio e una nevralgia agli occhi.
Si risveglia con un piacevole senso di riposo. Nessuno dei fastidiosi dolori che l'hanno afflitta da giorni, solo un leggero reumatismo a un ginocchio e una nevralgia agli occhi.
Si sente come se avesse dormito per parecchi giorni di seguito.
Breve sosta in bagno prima del caffè e si incanta davanti al grande specchio sul lavandino che le rimanda un'immagine assolutamente estranea.
Chiude gli occhi, è ancora addormentata, il mattino le ci vuole un po' per mettere a fuoco, ma quando li riapre scorge un viso allarmato, sconosciuto che la fissa a bocca aperta.
Impossibilitata a muoversi chiama il marito, abituato alle sue richieste di aiuto lui appare, più assonnato di lei, sulla porta del bagno e le chiede di che abbia bisogno.
Guardami, cosa mi è successo? Mah, non so, mi sembri solo un po' strana, stai bene?
Guardami, non sono più io!
Andiamo a fare colazione e smettila per piacere, che devo uscire presto stamattina.
Caffè silenzioso, cerali, yogurth e via.
Lui esce di casa per primo, lei telefona al lavoro per prendere un giorno di malattia.
Davanti allo specchio comincia a sentire palpitazioni, ci manca anche un attacco di panico.
Non è lei e basta.
Ripensa all'Asino d'oro, non le è mai piaciuto molto, né a scuola né in seguito, ma lì la situazione era diversa, una vera e propria metamorfosi.
Decide di uscire, confidando nel fatto che non venga inviato il medico fiscale, la sua assiduità al lavoro la rassicura.
Per strada la ignorano, nei negozi soliti la salutano come fanno d'abitudine, un'osservazione sul tempo e un augurio di buona giornata. Si chiede spesso da dove sia arrivata quell'espressione, che detesta, pur temendo di ritrovarsi un giorno ad usarla anche lei inavvertitamente.
Non incontra nessun amico, né amiche, mentre cammina sbircia furtivamente nelle vetrine, sagoma e portamento sono i soliti, pensa che dovrebbe perdere qualche chilo, in vista dell'estate, ma rimanda ancora l'inizio di una dieta ipocalorica, sul viso non ci siamo però.
Non è lei e basta.
Decide di telefonare a Claudio, è un po' che non si sentono, vince il leggero senso di imbarazzo che coglie quando si è appena chiusa una storia, anche se poco importante, e non ci si è ancora accomodati nella dimensione di ex, rimasti amici perché entrambi senza rimpianti.
Claudio è libero per una colazione veloce, solito piccolo ristorante, discreto e defilato rispetto ai percorsi abituali.
Lo sguardo che l'avvolge è di sorpresa ammirazione, non sembra lei, è più giovane, più bella, radiosa, quasi quasi vien voglia di ricominciare a corteggiarla.
Non c'è verso di smuoverlo dalla sua aria di piacevole sorpresa, accompagnata da lampi di ammiccamento.
Le ripetute affermazioni di lei di vedersi diversa, irriconoscibile, estranea lo divertono all'inizio.
Poi in lui comincia a farsi strada la prospettiva di nuove possibili modalità di incontri sessuali, conseguenti alla nuova personalità dichiarata.
Si eccita, si fa insistente.
Dopo un attimo di sbalordimento lei si rende conto che per lui si tratta della proposta di un gioco erotico.
Si alza dal tavolo e esce furiosa dal ristorante.
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