Recita l'articolo 37:
"La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione."
A parte che non è neppure realizzata la parità di retribuzione a parità di lavoro in tutti i settori, si adottano politiche sociali volte a aumentare salari/stipendi di donne con fgli/ie, o a conciliare tempi di lavoro e di cura solo per le donne.
Devo dire che la difficoltà di considerare lo scambio sessuo-economico nelle relazioni «legittime» la ritrovo, in particolare da parte delle donne, quando mi capita di discutere con la gente, per esempio quando faccio conferenze. Questa scissione tra una sessualità legittima (per la quale si nega che esista lo scambio) e le altre relazioni è un dato proprio delle società occidentali attuali. Invece in molte altre società – e, in passato, anche nelle società occidentali – lo scambio è un dato di fatto riconosciuto. E magari si dice anche, in maniera chiara e netta, che il sesso è il capitale delle donne, la loro terra, e che le donne lo devono ben utilizzare. Ma la differenza importante, essenziale anzi, sta in chi ha diritto a gestire questo «capitale», a gestire lo scambio : è la donna stessa o invece altri da lei? E questo è l’elemento che distingue le relazioni......Una differenza importante, essenziale anzi, sta come dicevo, nel diritto a gestire lo scambio, nelle regole di proprietà sul corpo della donna, cioè a chi la società attribuisce il diritto di gestirlo. E’ la famiglia, il padre, o, al contrario, è la donna a gestire sé stessa e quindi anche tra l’altro lo scambio sessuo-economico? E questo è l’elemento base che distingue le relazioni.
Mantenere le donne nella famiglia, preservare matrimonio e famiglia, significa mantenere la struttura fondamentale dei rapporti sociali tra i sessi. E’ del tutto evidente che tutte le forme di potere, individuali e collettive, sono mobilitate a questo scopo, dalle forme più coercitive alle forme ideologiche fino alla pesante stigmatizzazione delle donne che non seguono la « retta via ». Queste donne si trovano in qualche modo in situazione illegittima in rapporto all’ordine sessuale dominante (pur essendo tuttavia, a loro volta, dentro ai rapporti di potere tra uomini e donne). Il discorso della legittimità, la stigmatizzazione delle « puttane » è assai forte, e ciò contribuisce a tenere le donne nella famiglia e a conservare così la struttura familiare...... il mio problema è stato infatti lo scambio sessuo-economico come punto centrale dei rapporti di potere tra uomini e donne. Sembra così semplice… Ma spesso vi è una forte resistenza a vedere questa specificità dei rapporti di scambio sessuo-economico, delle transazioni sessuali tra i sessi. Si tende così a usare questa specifica espressione, « scambio sessuo-economico », semplicemente come abbreviazione di « pagamento per un servizio sessuale ». E’ un tipo di utilizzazione che indebolisce questo concetto e lo priva di interesse. E’ prendere un’idea politica e svuotarla della sua dimensione politica. Si elimina la questione dello scambio come rapporto di potere tra i sessi.
E con ciò perde peso o senso anche l’idea di continuum: non si tratta più del continuum che avevo definito dello scambio, dei rapporti di potere, e insieme anche delle forme di resistenza delle donne nella sessualità e nei rapporti sociali tra I sessi. Si tratta di un’altra cosa, di fatto di un altro campo teorico.......
Sì, è un aspetto importante di quello che Colette Guillaumin (1978) chiama « sexage », un rapporto che consiste nell’appropriazione materiale delle donne, appropriazione della persona stessa e non solamente della sua forza-lavoro, qualcosa che va anche oltre l’appropriazione sessuale, il lavoro sessuale, e riguarda l’insieme del lavoro e della vita delle donne : dalla cura dei bambini, degli anziani, degli uomini, ai servizi personali dati a tutta la comunità".....