martedì 3 dicembre 2024

Diritti, una parola abusata per depotenziarne la politicità

 Diritti, una parola abusata per depotenziarne la politicità

Che i  Governi propinino una serie di frottole per rabbonire  le cittadinanze estenuate, disilluse, frustrate.è cosa comune.

Che le frottole siano facilmente smentibili, ma richiedano almeno curiosità e ricerca, invece di lamentele e recriminazioni, è altrettanto comune.

Ma che  si strumentalizzino concetti fondamentali della coesistenza fra le persone -i diritti-  puntando sull'ignoranza  e sull'indolenza di molte e molti è criminale.

È senso comune che affermare diritti, anche per legge, non comporta che le persone alle quali questi diritti sono rivolti possano accedervi per un infinità di ragioni, a partire dalle condizioni materiali di vita.

Se finora si è parlato di diritto di emigrare da parte di chi rischia la vita, la sicurezza fisica, economica, sociale, religiosa...in paesi e situazioni  estreme, da qualche tempo il nostro governo  stravolge l'espressione, per sostenere la propria irresponsabile e crudele politica nei confronti di migranti, a Diritto a non emigrare!

Non val neppure la pena analizzare l'infelice espressione dal punto di vista logico, filosofico, storico, antropologico, sociale...

Denuncia l'arroganza di chi ritiene tutti cittadini e tutte  le cittadine  pari al proprio livello  intellettivo-conoscitivo.

Denuncia l'impotenza di mettere mano in modo minimamente civile e responsabile a un emergenza   di dolore e sofferenza per migliaia di persone.

Un'ultima questione è la separazione che è attuata nel discorso pubblico tra diritti civili e diritti sociali, di questi ultimi non si parla, si enfatizzano i primi, con la massima attenzione  a porre i limiti opportuni.

2 commenti:

  1. La separazione di tali diritti è stata effettuata dai partiti socialdemocratici occidentali. In Italia dal PD.

    RispondiElimina