L'espressione la penna e il piccone è di Virginia Wolf che, nel saggio Una stanza tutta per sé, la usa per indicare lo strumento delle scritture letterarie a firma di donna:: quelle frutto di una mente incandescente, capace di consumare tutti gli ostacoli fino al loro dissolvimento, sono scritte con la penna; quelle ancora governate da emozioni -quali il rancore e la recriminazione- non mediate dalla dimensione artistica sono scritte con il piccone.
Wolf dichiara di preferire di gran lunga le scritture a penna.
Mi ha colpito questa metafore potente, nell'immediato mi sono trovata d'accordo con lei nel preferire le scritture di penna, ma l'immagine evocata dal piccone -vale a dire di uno strumento che demolisca idee consolidate, fantasie sedimentate nelle menti di donne e uomini, orizzonti di attesa, valori, giudizi insieme con le strutture culturali e sociali che li determinano - mi sembra interessante.
Allora il piccone non mi appare più come un elemento solo negativo, nell'ambito di una scrittura, anche a costo di entrare in contrasto con la dimensione estetica.
In questo blog mi riprometto di usare entrambi gli strumenti e invito chi dialogherà con me a fare altrettanto.
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