Amo molto le mezze stagioni, primavera e autunno, e mi sono chiesta perché.
Mi sono data anche due risposte, per ora.
La prima di natura "psicologica": temo ogni irreversibilità, anche minima, in autunno e primavera non sei mai sicura, giorno dopo giorno, della stagione in cui ti trovi.
Un giorno di primavera può sembrarti piena estate, il successivo pieno inverno, così in autunno.
Questo significa per me un trasalimento che mi trasporta fuori, anche solo per un attimo, dalla realtà che vivo nel momento.
Credo che il mio amore per la narrativa, fin da piccola, e oggi anche per i film, sia dovuto molto alla possiibilità di evasione, mi sono sempre detta che leggendo mi pare di allungare la mia breve vita di umana, vivendone molte, distanti nello spazio e nel tempo.
L'altra spiegazione è più banale, e forse è quella giusta:: all'inizio dell'autunno cominciava la scuola (cominciava in ottobre) e io non vedevo l'ora, alle elementari poi i libri mostravano disegni di uva, mele, pere, castagne, foglie secche, gialle, rosse, marroni, mi piacevano molto quelle figure piene di colori.
All'inizio della primavera cominciava il conto alla rovescia per finire la scuola, e io non vedevo l'ora, e il tempo coincideva anche con Pasqua, che per me significava disegni di campanule, piccole uova, agnelli, tutto dominato dal bianco, azzurro, rosa.
Ma, di gran lunga cosa più importante, significava una settimana al mare, con tempi e colori da inizio del mondo: mare celeste come il ciel , spiagge assolutamente deserte e, fino ai dodici anni, nonna.
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RispondiEliminache poetico? che significa?
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