Nei casi di cronaca nera, femminicidi, omicidi, aggressioni, soprattutto di donne a opera di uomini -amanti, mariti, fidanzati- abbandonati, ogni giornale o notiziario parla di motivi -o anche di delitto- passionali.
E' come una regola giornalistica, l'ho anche sentita nei casi di delitti nei confronti di gay, ma si sa che per molti/e un gay non è un vero uomo, virilmente parlando, è ricondotto piuttosto a una "posizione" propria del femminile nel rapporto sentimentale, insomma né carne né pesce.
La formuletta "passionale" rimette le cose a posto, si sa che al cuore non si comanda, che per amore si possono fare pazzie, il femminicidio è una pazzia esagerata, anche se pur sempre una follia; spesso si scomoda anche la nozione di raptus, anche se poi risulta che il soggetto in questione ha programmato meticolosamente l'aggressione (l'ultimo assassino aveva in auto 4 coltelli, nel caso uno solo non bastasse).
Il che da un lato derubrica il delinquente a una vittima del troppo amore, un impulsivo, (un bravo ragazzo, un brav'uomo) spinto dalla passione appunto, dall'altro getta un qualche velo di complicità sulla donna, che l'ha fatto soffrire così tanto da ridurlo a uno stato di follia.
E si sa quanta indulgenza nasce nei confronti di chi soffre!
Lo stereotipo qui agisce nel senso di fare velo alla realtà, riducendo i due soggetti a due ruoli consolidati, la donna sempre un po' volubile e infedele, da controllare singolarmente e socialmente, sempre in pericolo di essere preda -se non si attiene a certe regole- di violenze, fino all'assassinio; l'uomo, a sua volta, un feroce animale, nel profondo, ammansito dall'amore femminile, pronto a tornare allo stato belluino da tenero amante e protettore quale era.
Lo stereotipo linguistico sottende questa concezione, fortemente messa in crisi da donne e uomini nella seconda metà del secolo scorso, ma che alberga ancora in troppe donne e soprattuttoin troppi uomini, e ogni volta che viene adottato conferma nell'idea che le cose nel mondo vanno così naturalmente
Non va certo bene questa ruolizzazione alle donne, ma credo che non vada bene neppure a molti uomini.
No, non va bene neanche agli uomini. La 'passione' colloca spesso in posizioni di potere dai quali poi, se le vicende umane lo richiedono, è difficile scendere: agli 'appassionati' è difficile far riconoscere i loro errori, a meno che siano appassionati della verità. Ma oltre alla passione per la verità non è che di passioni buone ce ne siano molte.
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