lunedì 26 dicembre 2011

Pensierino di Natale

Anche quest'anno è passato il Natale, e ancora una volta mi sono trovata a pensare: la cosa più bella del Natale è che viene, e poi se ne va.
Non condivido  le querimonie sul "consumismo"  e "conformismo" natalizi puntualmente levantisi da alcuni/e, è una festa della tradizione, che fa passare in secondo piano il suo contenuto religioso, anche perché non è il primo relativo al  periodo, e neppure sarà l'ultimo.
Da duemila anni per l'Occidente è quello cristiano il suo significato religioso -malgrado la forzatura di spostare la nascita del dio a dicembre, per coprire feste più antiche-  ma chissà quale sarà il significato tra altri duemila anni..
E' vero che esistono ricorrenze private che festeggiamo, ma l'interesse di Natale, Pasqua, Capodanno e Ferragosto credo consista prima di tutto nel fatto che sono appunto feste collettive, e riguardano una collettività più ampia di quella nazionale, e  non dividono tra fautori e avversari,  tuttalpiù  chi non vi si riconosce le ignora, ma non le combatte; contemporaneamente si tratta di feste che mettono in primo piano il piccolo nucleo, la famiglia, questa è la prerogativa del Natale.
Per questa caratteristica è forse la festa più sentita, prima come figli, poi anche come genitori, risultato: doppia emozione.
Si può storcere il naso, ricordare natali più o meno felici, più o meno ricchi di doni -fatti e/o ricevuti- ma non si resta indifferenti.
Spesso è anche l'unica occasione per fare un regalo a persone che si conoscono da quarant'anni, delle quali si ignora la data di nascita.
Ma probabilmente c'è anche un altro aspetto, più sottile e nascosto, che ci rende sensibili a queste  ricorrenze, esse sono  legate al mutare delle stagioni, all'avvicendarsi dei ritmi di produzione dei frutti della terra, nostra prima fonte di alimentazione, o della interruzione del processo.
Dove va a collocarsi il residuo legame di noi animali con la natura! dalla quale cerchiamo di emanciparci in ogni  modo, un richiamo della nostra memoria di specie?
Natale cade nel momento più buio del nostro emisfero -intendo in senso fisico soltanto, in questa sede - il cristianesimo è nato nella nostra metà della terra;  quindi i regali possono essere percepiti come compensazioni, anche psicologiche, della mancanza di luce e della apparente morte  della natura.
Ogni volta mi sorprendo a aspettare con emozione l'arrivo del Natale, mi preoccupo di fare  grandi spese di generi alimentari  nei giorni immediatamente precedenti la festa, come se poi i negozi non dovessero più riaprire, mi viene una voglia irrefrenabile di cucinare piatti nuovi e diversi dal solito.
Indipendentemente poi da come trascorro il 25 dicembre, finora fortunatamente bene e in allegria, mi ritrovo a dire il giorno dopo: meno male che è passato.
Contraddizioni del cuore.



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