venerdì 4 novembre 2011

Diario di scrittura

Recentemente ha scoperto che presso gli Inuit l'attribuzione di un sesso, e quindi del nome, ai/alle  neonati/e  non dipende dalla loro morfologia, perché ogni nato/a  è l'incarnazione di uno spirito di un/una defunto/a, spirito che quindi è maschile o femminile a seconda del sesso dell'antenato/a. Così con gran tranquillità uomini hanno nomi e spirito femminili e viceversa.
Questo ha fatto crollare in lui la credenza che la determinazione sessuale sia universalmente dipendente dalla conformità fisica di un individuo e non da da dispositivi storico sociali, e,  nello stesso tempo, lo ha liberato da gabbie immobilizzanti relative ai ruoli sessuali.

La donna è contenta tutto sommato di sé, di essere in pensione, anche se il lavoro le piaceva, di aver mantenuto ai propri occhi, ma non solo, quel fascino che l'ha accompagnata per tutta la vita -di bambina e poi di adulta- che le ha favorito reti e relazioni di amicizia con uomini e donne.

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