Scorze di Adriana Perrotta Rabissi, un libro composto da miei brevi racconti e mie letture critiche di scrittrici amate. Alcuni romanzi mi hanno interpellato emotivamente e affettivamente, mi sono impossessata di temi, sentimenti, emozioni espressi dalle autrici, le ho filtrate attraverso la mia esperienza di vita e pensiero, e le ho restituite ai racconti
giovedì 17 novembre 2011
Ministre
In un blog c'è una preghiera, quella di non usare la parola ministre perché "inadatta linguisticamente e sociologicamente".
Addirittura!
Che cosa significa?
Una volta le professioni e gli incarichi di prestigio erano solo declinati al maschile perché erano prerogativa degli uomini, oggi che sono aperti anche alle donne non si vede perché non dovrebbero essere declinati anche al femminile, come già succede per altri mestieri e professioni.
Se andiamo da una sarta diciamo che andiamo da una sarta, se una mostra amica è parrucchiera non diciamo che è un parrucchiere, e via dicendo.
Linguisticamente il femminile dei sostantivi variabili è autorizzato dalla nostra grammatica; sociologicamente se sono donne è meglio chiamarle con termini femminili, evitando effetti ridicoli o morfologicamente scorretti (la ministro).
La lingua è un organismo vivo, che muta con il variare dei costumi sociali di una comunità di parlanti, solo l’uso legittima i neologismi, che dopo un certo periodo di tempo entrano a far parte del dizionario.
D’altronde siamo inondati da neologismi, oggi che la velocità delle trasformazioni è aumentata notevolmente rispetto al passato.
Ultima considerazione: “suona male”, molte innovazioni all’inizio ci dispiacciono, in molti campi, fino a quando non ci abituiamo.
Gli ostacoli al cambiamento in questo caso sono di ordine psicologico, non linguistico o sociologico.
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ho rilanciato su Fb questa paginetta. Mi sono permesso di fare le correzioni necessarie!
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