venerdì 23 dicembre 2011

Dove va a annidarsi la mentalità patriarcale

Due giorni fa ho commentato sulla mia bacheca di face book  la brutta vignetta di Vauro sul Manifesto, vi si vede il personaggio-Vauro che sculaccia la ministra Fornero -raffigurata a sedere nudo, ma con reggicalze- tenendola sulle ginocchia e ripetendo   l'articolo 18 non si tocca.
Secondo me in questo caso non si può parlare di satira, perché la  vignetta presenta stereotipi relativi alla relazione tra donne e uomini largamente diffusi, contravvenendo al compito di critica di comportamenti sociali, culturali, politici, compito appunto proprio della satira.
Provo a indicare due immagini dal forte valore simbolico: quella di una donna sculacciata che, al di là di possibili altre evocazioni che non mi sembrano nelle intenzioni dell'autore, riduce la persona -in realtà più che adulta- appunto a bambina.
Una bambina che va ripresa, sgridata, sculacciata -in un sistema educativo che preveda questa "attività pedagogica" da parte dei genitori -perché non si comporta bene, è immatura? è avventata?comunque  è "paternamente" sculacciata, quasi con affetto e tenerezza, anche se lei appare urlante e stralunata. 
Un avversario di classe si combatte, si prende in giro, anche ferocemente, come è nello stile di Vauro, ma non lo si rimpicciolisce al rango di bambino.
Possiamo vedere Marchionne sculacciato a sedere nudo?
Una donna  avversaria di classe resta sempre una minore, nell'agone politico e sociale.
Ancora: Fornero è nonna e ministra, non ho ancora sentito su di lei notizie di avventure galanti, sessuo-sentimentali, presenti o passate, che possano autorizzare illazioni sulla sua vita privata, perché allora dotarla di  un indumento principe di un certo immaginario maschile come calze e reggicalze? 
Non mi interessa certo sapere se normalmente preferisce reggicalze o collant, sono veramente fatti suoi, parlo della valenza simbolica che io leggo come riduzione della complessità di una donna, bella o brutta, intelligente o cretina, simpatica o antipatica, capace o incapace, alla sfera prioritaria del corpo, della sessualità, della seduzione, indipendentemente dalla funzione sociale e  lavorativa,  e dagli incarichi pubblici ricoperti.
Strizzatina d'occhio a certi uomini, e monito a tutte le donne: attente siete prima di tutto sesso.
Cosa c'è di più stereotipato e omologato di questo atteggiamento?.
Ultima considerazione: quanti e quante leggono il Manifesto, cartaceo o on-line? Credo molte e molti, che si sia levata una voce a rilevare la cosa?
Certo se fosse stato un autore di destra sarebbero partite lamentele di uomini e donne e interrogazioni parlamentari.
Ripeto: con questa mentalità non si va da nessuna parte.

2 commenti:

  1. Cara Adriana, anch'io non ho sentito proteste se non quella molto netta di Radiopopolare; sì è tutto un po' desolante

    RispondiElimina
  2. Patriarcato ruspante! Hai ragione, con questa mentalità sessista non si va da nessuna parte. Del resto i più sono tuttora convinti che smuovere queste faccende sia del tutto irrilevante ai fini di una trasformazione sociale e politica. Prima vengono tutti gli altri conflitti. Del conflitto tra i sessi non si vuole vedere che ha la medesima importanza degli altri e che anzi li attraversa così come la fame attraversa l'economia, la politica, la religione, la cultura.

    RispondiElimina