sabato 15 giugno 2013

Berlino 6

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Pasteils de nata", in definizione originale, in un super di Kantstrasse, in mezzo ai soliti multicolori dolci tedeschi, piccoli fatti che ti rendono l'Europa più reale di tante strombazzature retoriche, forse a causa del mio interesse per gli aspetti della cultura materiale dei paesi diversi dal mio.


Sarà perché sono invecchiata di otto anni, sarà per i lavori di costruzione di una galleria sotterranea che collegherà Alexanderplatz alla Porta di Brandeburgo, i cantieri sono grandissimi e nascondono gran parte di Unter den Linden e di Friederikestrasse, sarà anche perché stanno allestendo il palco e le tribune proprio davanti alla Porta di Brandeburgo per gli 8000 berlinesi ammessi all’incontro con Obama il 19 di questo mese, ma Berlino oggi mi sembra più caotica e rumorosa.


Rispetto a otto anni fa mi sembra si siano moltiplicati i baracchini acchiappaturisti, che vendono souvenirs e chincaglieria varia, forse c’erano anche allora, ma


non li ho notati perché eravamo diretti a obiettivi prestabiliti, e non ci permettevamo il lusso di passeggiare senza scopo.


Questa mattina abbiamo percorso a piedi il tratto tra la “sconvolgente” Hauptbahnhof, e la Porta, Unter del linden, fino a Alexanderplatz e a Nikolaiviertel.

Fa quasi rabbia vedere di quanto spazio e di quanto verde siano dotate quelle piazze, una sensazione spaesante per chi è abituata a città dalla struttura medievale e soprattutto caratterizzate da una cementificazione selvaggia.

Poi penso alle vicende storiche che hanno determinato l’attuale assetto urbanistico, almeno in queste zone di “rappresentanza” e mi colgono altri sentimenti e altre considerazioni.

Nella via che costeggia conduce dal Reichstag alla Porta di Brandeburgo sopravvivono le croci bianche, attaccate alla cancellata del Tiegarten, che ricordano alcune delle donne e degli uomini uccisi dalla repressione sovietica, con tanto di foto di ciascuna/o.

Alcuni cartelli in più lingue lamentano che i monumenti in ricordo di quei massacri sono eliminati da un po’ di anni, e temono che anche queste ultime croci bianche verranno distrutte.

Mi hanno colpito due cose: la rievocazione della manifestazione di protesta dei lavoratori della parte occupata dai russi, attuata proprio alla Porta di Brandeburgo, quando i lavoratori in lotta tolsero dalla sommità della Porta la bandiera sovietica, lì posta nel 1945, protesta che si tenne il 17 giugno 1953 e terminò con la morte di 25 persone e il ferimento di centinaia, provocata dalle truppe sovietiche che affluirono alla Porta percorrendo Unter de Linden.

Una anziana piccola signora, venuta in bicicletta alle croci bianche, che si affannava a ripulire il terreno erboso davanti alle foto e ai cartelli, da tutte le cartacce, immondizie varie gettate da passanti disattenti. Un gesto di cura della memoria, molto discreto e silenzioso, che mi ha commosso.

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