Di ritorno da un viaggio breve, in un intervallo che prepara un altro viaggio, questa volta lungo, mi sorprendo a pensare al tempo sospeso, con un misto di piacere e di timore.
Il tempo sospeso è appunto quello del viaggio, o meglio della vita fuori della mia casa abituale. Può essere in luoghi non ancora conosciuti, allora si unisce all'eccitazione per le nuove conoscenze di persone, cose, situazioni, ma può anche essere il soggiorno in luoghi noti, la sensazione di sospensione è analoga.
Il piacere è costituito dall'illusione di sottrarmi a pesantezze -reali o immaginate -e a compiti e funzioni che danno senso alla mia vita, ma non sempre riescono a cancellare quel sentimento di terrore di fronte al vuoto esistenziale, che mi coglie all'improvviso ormai da tempo, e ultimamente mi appare sempre più giustificato anche da fenomeni reali.
Il timore invece deriva dalla sensazione che la vita trascorsa in viaggio sia più veloce, così intensa com'è tra aspetti positivi e negativi, e quindi mi sembra che l'accelerazione mi sottragga tempo di vita.
Paradosso di un anima inquieta?
Certo mai come in questo periodo mi sono sentita liberata dal vortice di notizie drammatiche, false, mistificanti, sovente insulse che mi piovono addosso quotidianamente, provocandomi spesso un senso di nausea, notizia alle quali non riesco a rinunciare quando sono qui a casa.
Dieci giorni nella città della luce e dintorni hanno avuto per me questo valore aggiunto alla bellezza dei luoghi visitati, alla gentilezza e accoglienza delle persone; guardando qualche sporadico notiziario alla televisione ho avuto la sensazione di vivere finalmente in un mondo reale, secondo i miei parametri, dove si parlava anche di povertà, lotte, difficoltà di natura sociale, ma, pur in un paese cattolico, non si mostrava il papa a ogni piè sospinto -in realtà non l'ho mai visto- e le conduttrici e i conduttori di notiziari apparivano più sobri dei e delle nostri/e.
Eppure il Portogallo è un paese in crisi, forse più di noi, una crisi resa evidente dall'intreccio tra spettacolarità e fatiscenza di ambienti, tra ambizioni di grandezza imperiale testimoniata dai monumenti e declino sociale incombente dietro ogni angolo di strada, ma almeno all'apparenza non si nota la presunzione mista a superficialità che a volte si coglie da noi.
Inoltre mi sembra di non aver notato pubblicità disturbanti e sessiste, ma ora mi accorgo di non aver prestato particolare attenzione ai manifesti, potrebbe essermene sfuggito qualcuno, comunque non mi è balzato agli occhi.
Il tempo sospeso è un tempo di leggerezza psico-fisica, dove è possibile provare entusiasmi sempre più difficili nel tempo di vita abituale, è un tempo che prolunga i benefici effetti anche in seguito, malgrado la contraddizione dell'averlo vissuto tropp, più lungo, uin una casa invece che in alberghi, o velocemente.
Adesso mi aspetta un altro viaggio più lungo, in una casa invece che in alberghi, diverso per la possibilità di vivere dall'interno, in una "straordinaria" quotidianità una città bella e complessa come Berlino.
Anche simbolicamente: da un paese della UE soffocato dalle ciniche scelte politiche europee di austerità e rigore mi troverò proiettata in quella Germania che è una delle principali responsabili di tali scelte; come dire in breve arco di tempo da un estremo a un altro.
Dalla città della luce, da finis terrae (anche il Portogallo vanta un punto sull'Atlantico come il più occidentale d'Europa, in concorrenza con la Galizia) al cuore d'Europa e alla sua capitale.
Il tempo sospeso continua .
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